A SHOW BY AND WITH
SARA GAGLIARDUCCI
THE CLOWN DOES NOT SPEAK, SHE GIVES LIFE TO THE SILENCE AND THE MOMENTS SHE IS SHARING WITH YOU. SHE BREATHES, AND THAT BREATH GENERATES A STORY WITHOUT NOBODY SAYING IT.
Camilla Viscusi, a specator
Ali
A comic poetic performance, without words
a story of love and…garbage
Mimì is a funny tramp, a woman waiting for the happiness hiding behind the promise of a new encounter. Is that going to happen?
Ali is a clownish flight, where Mimì and the audience join hands and travel together where dreams are stronger than reality. Ali has a poor stage set made with cardboard and litter where Mimì plays with the audience to exchange morsels of compassion. In the framework of an absurd oscillation between repulsion and tenderness, this clown-tramp looks for your eyes and asks: what is love?
Ali’s strengths are the universal language of the clown, improvisation, and the ability to set up an exchange with different spaces and contexts. The performance is a mishmash of emotions and laughter with a clown caught between tradition and contemporary sensitivity, and eternally looking for the invisible.
Available in outdoor and indoor versions, for theaters and unconventional spaces.
Ali è il risultato di uno studio che parte dal linguaggio del clown e approda nello spettacolo inteso come luogo di incontro e di relazione. La creazione ha seguito un percorso di ricerca su campo con prove aperte in contesti variegati (scuole, strada, centri di accoglienza, oratori, case private, parchi pubblici) per dar vita ad uno spettacolo che, dialogando con il pubblico e con lo spazio, possa generare azioni vive in scena. Mimì è una buffa barbona che vive in attesa del suo innamorato partito per chissà dove in cerca di fortuna. lo aspetta giorno e notte in quel luogo speciale dove si sono baciati per la prima volta tanti anni fa. I giorni passano, tutto intorno a lei cambia e anche Mimì invecchia ma nello spirito rimane una ragazzina perchè il tempo si è fermato a quando il suo amore le ha detto “se tu sarai lì, tornerò anche io, aspettami amore mio”. Grazie a questo danzare del tempo, non più scandito dalla convenzione di un orologio ma seguendo le convinzioni folli del cuore, Mimì non perde la speranza. Attende la felicità nascosta nella promessa di un nuovo incontro, nella nostalgia di un abbraccio. Succederà? Sì, ma solo nei sogni, nei quali si perde confondendo e contaminando la realtà con l’immaginazione. Quando la incontriamo tutto è già avvenuto, Mimì è nel tempo sospeso di una perenne attesa. Vive ai margini, in un parco della città o in una piazza ormai poco frequentata e piena di immondizia con la quale gioca costruendo il suo mondo. Gli spettatori sono i passanti che attraversano il parco-piazza-scena per correre, giocare, andare a lavoro. Nel camminare distratto, si accorgono appena di lei che, con azioni bizzarre, l’incedere incerto, fa di tutto per attirare l’attenzione, fermarli anche solo un attimo per raccontare briciole della sua storia, scambiarsi un po’ di umanità. Nella storia, il clown-clochard si fa ponte tra due mondi. Il mondo esteriore è percepito attraverso i sensi e i bisogni primari come la fame, il freddo, il disordine, la puzza dell’immondizia. Il mondo interiore, nascosto, a volte indicibile ma quanto mai reale, è fatto di desideri, solitudini, amori, speranze alla continua ricerca della felicità. Il clown, portatore di un universo ludico e creativo, suggerisce che tutto è possibile, che si può stare anche nell’assenza e Mimì, in un frullato di emozioni e comicità, trasmette la forza dei sentimenti e del sogno che resiste alla disillusione. Il personaggio non parla, cerca di dare voce a ciò che prova con le parole del pubblico in un gioco di scambio e immedesimazione. Grazie alla peculiarità del silenzio lo spettacolo è capace di superare le barriere linguistiche e incoraggia la lettura attiva di chi, guardandolo, partecipa. Nello svolgersi delle scene avvengono conversazioni, trasformazioni, delusioni, situazioni assurde e il modo migliore di raccontare tutto ciò è lasciare che ognuno possa leggere in autonomia la storia e il finale nella costruzione di un significato individuale e allo stesso tempo condiviso.
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