Nell’estate 2021 il TeatroVagante realizza la prima residenza artistica itinerante con l’Università degli studi dell’Aquila. Il progetto vede un gruppo internazionale di giovani, ricercatori e studenti percorrere un viaggio attraverso l’arte di strada e la scrittura in tre paesi del territorio di influenza dell’Università: Carapelle Calvisio, Castelvecchio Calvisio e Navelli. Coinvolge, oltre ad artisti locali, gli operatori di Teatro e Critica per curare la sezione laboratoriale dedicata alla scrittura. In ogni tappa l’attraversamento si realizza con il coinvolgimento dell’intero gruppo di lavoro. Il progetto è finanziato dall’Incubatore di creatività dell’Università dell’Aquila e sostenuto dalle amministrazioni comunali dei paesi coinvolti e dalle cooperative di comunità in esse presenti.

Teatro è vagante per definizione, esprime così la sua vocazione a essere sfuggente, mai replicabile, qui e ora di una apparizione che non tornerà. E allora ci serve, il teatro, ci serve che vaghi tra le pratiche e le sensazioni, tra l’emozione da uno all’altro degli attori e degli spettatori, ci serve che arrivi come un’invasione artistica in una comunità. Ne abbiamo abitate tre: Navelli, Carapelle Calvisio, Castelvecchio Calvisio, insieme a due performer-clown, due musicisti, nove studenti e studentesse provenienti da diverse facoltà dell’Università dell’Aquila, una docente, un video maker, noi due critici.

Una Residenza Artistica Itinerante vuol dire stare insieme a quella comunità, farne parte e stimolarla al movimento, appunto, da un luogo all’altro. Queste pagine sono un reportage di questo viaggio, il modo di affiancarlo per leggere le dinamiche relazionali messe in campo tra il TeatroVagante e le comunità che hanno accettato di ospitarci e di condividere strade e storie. Oppure tuffandoci nei giochi teatrali, muovendo teli bianchi, illuminando sentieri bui, cantando canzoni sacre, nelle chiamate al paese anche noi a ricercare il contatto, affamati di questo e però rispettosi degli altri. Le abbiamo chiamate cartoline, perché le vorremmo come un pensiero d’affetto che arriva lontano. A qualcuno che non ci può vedere, non ci può sentire. Qualcuno che vorremmo fosse qui, assieme a noi, perché una carovana ha sempre spazio per chi abbia voglia di accodarsi, risalire tutto il gruppo, mettersi davanti a fare da guida.

Simone Nebbia e Viviana Raciti, editoriale di La Carovana, 2021 https://www.teatroecritica.net/2021/08/la-carovana-giornale-dalla-residenza-artistica-itinerante-2/

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